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Fondi Europei 2021-2027

crescono le risorse a disposizione

Al via i lavori della Commissione Europea per la definizione della nuova programmazione dei fondi strutturali 2021-2027. Non è troppo presto per pensarci e non è un argomento per i soli addetti ai lavori.

Conoscere i driver che guidano i programmi è fondamentale per una corretta attività di progettazione e per moltiplicare la propria capacità di accedere alle fonti di finanziamento più adeguate per i nostri progetti.

Vediamo insieme i principali cambiamenti che ci attendono:

5 OBIETTIVI STRATEGICI

In breve

Un aumento del 30% nello stanziamento delle risorse economiche destinate ai fondi strutturali.

5 campi di intervento per il raggiungimento di obiettivi chiave in tema di semplificazione e chiarezza dei programmi.

  • Più risorse. L’ammontare complessivo delle risorse a disposizione è pari a 1.135 miliardi di euro, con un aumento di quasi il 30% rispetto al periodo 2014-2020.
    Ottime notizie anche per l’Italia che vede aumentare del 6% la quota di fondi a propria disposizione, pari a 43,4 miliardi.
  • Programmi più semplici. Il numero dei programmi sarà ridotto di più di un terzo per rendere più chiara e coerente la struttura della programmazione rispetto agli obiettivi dell’Unione.
  • Meno burocrazia. Gli obblighi amministrativi saranno ridimensionati grazie al ritorno alla regola “N+2”che permetterà ai Ministeri e alle Regioni di avere due anni di tempo per certificare la spesa.
  • Controlli più semplici. In particolare per le PMI, le verifiche saranno effettuate solamente a livello nazionale, escludendo l’ambito europeo, grazie all’introduzione del principio dell’audit unico.

Ricerca e innovazione, giovani, economia digitale, gestione delle frontiere, sicurezza e difesa sono alcuni dei driver principali che hanno guidato la nuova programmazione 2021-2027.

Queste parole chiave sono state declinate in cinque obiettivi strategici che ci accompagneranno costantemente per i prossimi anni:

  • Europa più intelligente (innovazione, tecnologie digitali, sostegno alle PMI, modernizzazione industriale);
  • Europa più verde e a zero emissioni di carbonio (Transizione energetica, economia circolare, energie rinnovabili, efficienza energetica, lotta contro i cambiamenti climatici);
  • Europa più connessa (reti infrastrutturali di trasporto e banda larga e ultra-larga);
  • Europa più sociale (solco europeo dei diritti sociali, educazione, occupazione, competenze, inclusione sociale);
  • Europa più vicina ai cittadini (strategie di sviluppo urbano sostenibile e strategie di sviluppo guidate a livello locale).

Nel frattempo, in base ai dati rilasciati il 30 giugno dall’Agenzia per la coesione territoriale, in occasione di una riunione del Comitato sull’Accordo di partenariato, per l’Italia rimangono da spendere 3,228 miliardi di euro dei programmi operativi regionali e nazionali per non perdere la quota di risorse comunitarie relative al periodo 2014-2020 del Fondo di sviluppo regionale e Fondo sociale. 

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